BTG " MONTE ARGENTERA "

07.01.2013 13:42

Battaglione Alpini " MONTE ARGENTERA "

04.01.2013 22:39

Il battaglione “Monte Argentera”, costituito dalle compagnie 99^, 117^ e 122^ è “figlio” del “Borgo San Dalmazzo” del quale porta la bianca nappina. Il comando di battaglione e la 122^ compagnia si costituiscono nel novembre 1915 a Demonte con le giovani reclute del 1896. Concorrono poi al completamento le compagnie 99^ e 117^ che fin dall’inizio delle ostilità hanno fatto parte del battaglione “Borgo San Dalmazzo”.
L’11 aprile 1916 il comando di battaglione e la 122^ compagnia partono da Demonte diretti alla frontiera orientale. Il 15 giungono a Serpenizza e il 19 si spostano a Idersko (Caporetto) dove sono raggiunti dalla 99^ e 117^ compagnia.
Durante la permanenza a Idersko il battaglione è impiegato in lavori di difesa che si protraggono fino al 20 maggio. Il 21 un ordine improvviso lo invia sulle posizioni di Costa Raunza. Sostituito dopo quattro giorni da reparti di bersaglieri va ad occupare le difese di Monte Javorcek, ma appena giunto in linea deve discendere per trasferirsi a Caporetto.
Nel Trentino, dove il nemico ha sferrato l’offensiva (Strafexpedition), sono chiamati gli alpini per arginare la grave minaccia. Il battaglione autocarrato attraverso Cividale,Udine, Treviso, Bassano il mattino del 27 giunge a Valstagna. Il giorno seguente prosegue per Foza destinato a completare la costituzione del “Gruppo alpini di Foza” (btg Monte Argentera,Val Maira,Monviso, Morbegno)e il 29, oltrepassato Monte Fior e Monte Castelgomberto, si congiunge al Monte Meletta di Gallio ai battaglioni  “Monviso” e  “Val Maira”. Qui riceve ordine di portarsi su Monte Fiara, ma caduta la posizione, occupa il costone fra Monte Sbarbatal e quota 1.768. Questo, allo scopo di costituire con i reparti dislocati sulla Meletta di Gallio una  salda linea atta a consentire non solo alle nostre truppe il ripiegamento sulla dorsale della Meletta, ma anche a sostenere l’urto dell’incalzante nemico. Al mattino del 30  ripiega con gli altri reparti sulla linea Monte Fior-Monte Castelgomberto opponendo strenua resistenza alle fanterie avversarie che inutilmente cercano di sopraffare le nostre truppe. Al mattino del 31 il “Monte Argentera” occupa tutta la dorsale di Monte Fior da quota 1.824 fino a quota 1.653 di Monte Spil, dove lavora alacremente per rafforzarsi. Monte Fior è l’ostacolo contro il quale si scatena la fortissima pressione nemica e dove gli alpini opporranno una resistenza incrollabile.
Nei giorni 2, 3 e 4 giugno incessanti bombardamenti precedono l’attacco che gli austriaci stanno preparando. Al mattino del 5 l’artiglieria avversaria investe Monte Fior e Monte Castelgomberto per facilitare l’attacco alle proprie fanterie ammassate nella conca di Malga Slapeur. E quando queste muovono contro le nostre sconvolte difese pensando sia impossibile  che ci siano  ancora dei difensori, trovano invece gli alpini del “Monte Argentera” e del battaglione “Morbegno” che  benchè decimati, sostengono una lotta aspra e sanguinosa che si protrae per oltre un’ora, dopo di che respingono gli attaccanti. La 117^ compagnia, che ha perduto gran parte dei suoi uomini oltre al comandante, a sera contrattacca con impeto costringendo l’avversario a ripiegare sulla Meletta.
Il nemico, dopo essere stato battuto, ordina alle proprie artiglierie di riprendere il fuoco e il bombardamento ricomincia raddoppiando d’ intensità. Nei giorni 7 e 8 giugno nuovi e più furiosi attacchi sono sferrati dall’avversario che vuole ad ogni costo aprirsi una via per piombare sulla pianura veneta. Nel pomeriggio del giorno 8 gli austriaci scendono dalla Meletta e, dopo essersi riordinati nei pressi di Malga Slapeur, sferrano l’attacco puntando contro il tratto Monte Fior-colletta Castelgomberto con evidente intenzione, dopo aver superato quelle difese, di colpire i nostri reparti alle spalle dalla conca di Malga Lora. Energicamente contrattaccati puntano contro il Monte Fior (quota 1.824) occupato dalla 117^ compagnia, dalla sezione mitragliatrici del “Monte Argentera” e dalla 44^ compagnia del “Morbegno”. La 117^ compagnia, a sua volta, contrattacca con slancio e poi, rincalzata dalla 122^, riesce con un furioso attacco alla baionetta a respingere il nemico che per ben quattro volte tenta invano di occupare la posizione.
Il “Monte Argentera”, benchè  ridotto negli effettivi, continua a combattere incessantemente  mantenendo le posizioni affidategli finchè il giorno 9, sostituito da reparti di fanteria, dapprima ripiega sulle pendici sud di Monte Fior e successivamente si trasferisce a Lazzaretti dove si accampa.
Le sue perdite ammontano a 16 ufficiali e 420 sottufficiali e alpini ;la strenua resistenza del battaglione viene ricompensata con la medaglia d’argento al valor militare concessa al 2° reggimento.
Con l’arrivo dei complementi il “Monte Argentera” si ricostituisce in breve tempo. Il 15 giugno si raccoglie nei pressi di Malga Giogomalo destinato a far parte del “Gruppo speciale Stringa” (4^ divisione) (btg Monte Argentera,Val Maira,Monviso,Monte Saccarello,Morbegno,Val Cenischia,Bassano,7 Comuni) al quale è affidato il compito di riconquistare le posizioni abbandonate nei giorni precedenti.
Gli alpini del gruppo, suddivisi in due colonne, muovono risolutamente riprendendo le posizioni di Malga Fossetta-Monte Margari-Cima Isidoro e Cima della Caldiera catturando prigionieri e materiali. Il giorno 25 la colonna di sinistra, della quale fa parte il “Monte Argentera”, attacca Cima delle Contese  e il giorno seguente, poichè il nemico ripiega, occupa i Ponari e Pozza dell’Ortigara. Contro le difese di quest’ultimo il battaglione punta ripetutamente nei giorni 29 e 30, ma l’impresa fallisce. Il nemico reagisce con violento fuoco che assottiglia sempre più le file delle compagnie. Gli alpini il 6 luglio si lanciano verso la sommità dell’Ortigara, ma neppure questa volta riescono a fiaccare la resistenza avversaria. Solo reparti della 99^ compagnia riescono a penetrare in alcune trincee, ma battuti dal fuoco avversario, debbono poi ritirarsi sulle posizioni di partenza. Le sensibili perdite riducono il battaglione a poco più di 350 uomini e pertanto viene ritirato sulle posizioni di seconda linea quale rincalzo. Nella notte del 12 luglio si trasferisce a Pozza dell’Agnelizza finchè nella notte del 17 consegna la difesa della linea al battaglione “Monte Baldo”.
Dopo aver sostato qualche giorno sull’altopiano dei Sette Comuni, il 23 scende a Grigno proseguendo per Primolano e poi per ferrovia per Ala. Giunto a Marani si porta a Prabubolo Alto dove si accampa per usufruire di un meritato riposo alle dipendenze della 37^ divisione. In questa località il battaglione trascorre i mesi di luglio e agosto e solo verso la metà di settembre viene chiamato nel settore di Monte Altissimo sulle posizioni di Doss del Remit-Castione-quota 985-Monte Giovo.
L’attività dei reparti consiste nella migliore e completa sistemazione difensiva della linea e, salvo frequenti azioni di pattuglia;fino quasi alla metà dell’anno successivo - 1917 - non si riscontrano avvenimenti di rilievo.
Fino all’autunno del 1917 il “Monte Argentera” rimane nella zona dell’Altissimo senza svolgere azioni di particolare importanza. L’approssimarsi dell’offensiva sull’Isonzo costringe il battaglione a lasciare le posizioni di Doss Casina, Solco Loppio-Mori per portarsi su quel fronte. Il 14 ottobre scende a Brentonico. Prosegue per Avio da dove in ferrovia raggiunge Cividale e autocarrato si porta a Serpenizza (2° gruppo alpini) per accantonarsi nelle baracche di Kuntri.
La sera del 23 ottobre, vigilia dell’offensiva, si porta in trincea sul Polonnik dalla riva sinistra dell’Isonzo a quota 1.474. Il mattino successivo le artiglierie austriache aprono il fuoco con estrema violenza. La sera del 24,attaccato ai lati, il battaglione ha ordine di ripiegare e, passando per il ponte di Serpenizza, di dirigersi verso Monte Prvi hum prendendo posizione nei trinceramenti sulle pendici nord-ovest di detta località. All’alba del giorno 25, giunto sulla nuova linea, disloca le sue truppe verso la Valle Uccea e si collega a sinistra con i reparti del 280° reggimento fanteria della brigata Foggia schierati in fondovalle. Il mattino dello stesso giorno un attacco di forze rilevanti urta  contro il centro della linea difesa dalla 99^ compagnia e dal plotone arditi del battaglione concentrando su di essi un violento fuoco di mitragliatrici e un lancio ininterrotto di bombe a mano. Un pronto e tempestivo contrattacco degli arditi arresta l’irruenza del nemico e lo obbliga poi a retrocedere.
Mentre sul Prvi hum si svolge l’intensa lotta, l’ala sinistra del battaglione, costituita dalla 117^ compagnia, viene a trovarsi allo scoperto e pertanto ripiega verso l’alto in modo da poter fronteggiare la nuova situazione. La battaglia si riaccende sia alcentro sia sulla sinistra del “Monte Argentera”. La 99^ compagnia, che ha particolarmente sostenuto l’urto, è ridotta a pochi uomini; la 122^ compagnia, che costituisce l’ala destra, dopo aver subito un violento lancio di bombe a mano, è a sua volta investita da forze preponderanti.
Dopo gli aspri combattimenti del Prvi hum durati ben cinque ore, i pochi superstiti, divisi in due colonne, ripiegano nello stesso giorno sullo Stol. La prima si schiera a cavallo della mulattiera fra i reparti dell’88° fanteria della brigata Friuli a destra e gli alpini del “Monviso” a sinistra; la seconda a occidente della prima tra reparti del 271° fanteria della brigata Potenza e altri del 9° bersaglieri. Verso sera, poichè la pressione continua, prosegue il ripiegamento, ma, constatato che sullo Stol – posizione dominante- si può ancora resistere, viene ordinato ai reparti di rioccupare quelle posizioni. Mentre il “Monte Argentera” muove per tornare al suo posto il nemico attacca. In breve i resti del “Monviso”, dopo eroica lotta, vengono sopraffatti e il fianco sinistro del nostro schieramento rimane scoperto. Per ben cinque volte gli alpini del “Monte Argentera” sono travolti e per altrettante si riportano sulla posizione. Infine il nemico, in un supremo sforzo, riesce a sfondare la linea tra il “Monte Argentera” e i fanti dell’ 88° fanteria travolgendone la gran parte. La resistenza sulla sinistra dura ancora qualche tempo, poi i pochi superstiti, incalzati sempre più da vicino, ripiegano su Bergogna e Platischis.
Il battaglione ,posto alle dipendenze della 50^ divisione ,si porta dapprima a Zuffine e di qui sulle alture sovrastanti Subida (Monte Janer). Il giorno 28, con successive marce attraverso Attimis, Nimis, Tarcento, San  Daniele del Friuli, la stretta di Pinzano, raggiunge Valeriano. Il 30 i pochi alpini si trasferiscono a Sequals e il 1° novembre a Toppo di Meduna si riuniscono ai sopravvissuti del secondo gruppo. Nei giorni seguenti continua la ritirata e il 3 novembre passa il Piave. Prosegue per Cittadella, Selva, Fornace di Carturo, Villaganzerla, e il 23 novembre raggiunge il Po portandosi a Vescovado. Il 26 si ferma a Vigolo Marchese presso Fiorenzuola.
Il 30 novembre 1917 a Fiorenzuola il “Monte Argentera” viene sciolto; i superstiti confluiscono nel battaglione “Borgo San Dalmazzo”.

Decorazioni:
Medaglia d’Argento al valor Militare:
“Fulgido esempio di valore e virtù militari, i battaglioni Val Maira, Argentera e Monviso, resistendo tenacemente con gravi perdite a superiori forze nemiche, mantenevano importanti posizioni a Monte Fior e Castelgomberto.”
6,7 e 8 giugno 1916