BTG " VAL CISMON " fino al 1945

07.01.2013 14:28

Battaglione Alpini " VAL CISMON " fino al 1945

 

05.01.2013 11:05

 

Nota: Questa pagina tratta la storia del Val Cismon fino al 1945. La storia del dopoguerra come battaglione Alpini d'Arresto prosegue nella apposita sezione dedicata alle fortificazioni.

 

Viene costituito in seno al 7° rgt alpini come battaglione di milizia territoriale il 15 febbraio 1915, con le compagnie 264° e 265°. Alla fine di aprile si trasferì ad Aune, distaccando la 264° al Passo di Croce d'Aune. Ai primi di maggio la 264° viene mandata a Salzen.
Allo scoppio delle ostilità occupa grossomodo le stesse posizioni. Il 25 di maggio è sui capisaldi del Monte Pavone. Il 9 giugno occupa Fiera di Primiero e Imer, assumendo infine la difesa di Col degli Uccelli e di M. Scroz.
Dal 16 agosto viene dislocato tra Forcella Regana e il Cengello e Cimon Rava. Tra il 17 agosto e il 17 ottobre con l'avanzamento del fronte, si hanno contatti più frequenti con il nemico e le prime perdite tra le file italiane a causa di numerose mine austriache e scontri tra pattuglie. Il 18 il battaglione attacca Col S. Giovanni e il Monte Setole. Mentre la 264° conquista il primo obiettivo, il secondo non viene raggiunto a causa della violenta reazione del nemico.
Il 10 novembre il battaglione viene dislocato per una prevista azione in Valle del Maso. L'azione viene sospesa e il battaglione riposa infine a Bieno e Pradellan.
Il 10 dicembre dopo diverse azioni minori e numerosi spostamenti, il Val Cismon è infine in Valsugana sulla direttrice di Novaledo. Nei giorni successivi si hanno numerosi attacchi a postazioni nemiche dislocate a Casnina Paularo a Case Ceschi e Monte Carbonile e altre ricognizioni avanzate.
Il 7 febbraio vengono occupate le difese avanzate di Roncegno. Il giorno 9 a Sant'Osvaldo il Val Cismon respinge un attacco da parte di forze superiori e resiste per più di tre ore. Nella notte tra il 11 e 12 viene sventata un nuovo attacco di sorpresa.
Il 14 marzo e i giorni successivi il nemico attacca quota 1121 ma viene respinto. Il 18 il Val Cismon conquista dopo aspra lotta il Monte Broi.
Dopo pochi giorni di riposo e il Val Cismon viene dispiegato tra Malga Spinello e Cima Setole e tra la Valle del Montalon e Cima Buffa. Tra il 15 e il 17 maggio un intenso bombardamento colpisce le linee italiane. Il 23 arriva l'ordine di ripiegamento dal Monte Setole. La 264° dovette risalire il Monte Cima e il Tambolin mentre la 265° si spostava davanti a Samone.
La notte del 27 il nemico attacca con reparti ungheresi, ma tutti gli attacchi vennero tenacemente respinti.
Il 2 giugno il battaglione è a riposo nella conca di Malene. Pochi giorni e il reparto è di nuovo in linea. Le due compagnie compiono numerose azioni con lo scopo di attenuare la pressione nemica sull'altopiano dei Sette Comuni.
Il 3 luglio operando insieme con una compagnia dell'84° fanteria, conquista le quote 2162 e 1990. Il 13 una sezione mitragliatrici Fiat-Revelli raggiunge il battaglione.
Il 22 di agosto mentre il Feltre e il Monte Rosa attaccano Cima Cauriol e Forcella Sagole, il Val Cismon è d'appoggio comprendo i fianchi dell'attacco. Il 3 settembre, dopo la conquista del Cauriol da parte del Feltre, il nemico passa al contrattacco. Nonostante l'intenso bombardamento preparatorio, numerosi nuclei nemici che cercano di aggirare gli alpini posizionati sul Cauriol, vengono respinti. Nel frattempo il Val Piave che ha sostituito il Feltre sul Monte Cauriol, ha subito troppe perdite e viene sostituita dalla 264° compagnia. Il nemico nonostante la superiorità numerica e gli intensi bombardamenti sulle nostre posizioni, non riesce ad avanzare, subendo molte perdite. Il 14 si tenta la conquista del Piccolo Cauriol, ma le nostre truppe devono ritirarsi. Per diversi giorni si hanno azioni di pattuglia e scontri sporadici. Il 19 ottobre si tenta l'attacco alla quota 2404. Un plotone di esploratori riesce, dopo sanguinosi scontri, a conquistare l'obiettivo, ma i rinforzi mandati a supportarli vengono decimati dall'intenso fuoco nemico, tanto che nella notte il piccolo manipolo si ritira, data l'impossibilità di mandare rinforzi a occupare la posizione.
Alla fine di ottobre il battaglione viene posto a riposo per diversi giorni, tornando poi a presidiare insieme al Feltre il Cauriol. Viene l'inverno e gli alpini mantengono le posizioni in durissime condizioni. In dicembre il Val Cismon riceve nuovi complementi, una nuova compagnia, la 277° e una ulteriore sezione mitragliatrici.
A gennaio 1917 troviamo il battaglione impegnato in lavori in Val Vanoi. A febbraio la dislocazione del reparto è di nuovo sul Cauriol, dove rimane un mese, scendendo infine per la costruzione di strade nella zona di Caoria. Il 9 di aprile il battaglione sale a presidiare la regione dei colli. Le settimane successive sono impiegate per il rafforzamento delle opere di difesa.
Il 25 agosto viene respinto il primo attacco nemico. Si continua per settimane con piccoli scontri e azioni di pattuglie.
Il 31 ottobre arriva l'ordine di ripiegare. Si scende per la Val Vanoi e si sale al Passo del Broccon. Il 7 novembre gli austriaci tentano un azione da Pian del Cavallo, ma vengono lasciati avvicinare alle nostre linee e respinti con moltissime perdite.
Il 9 arriva un ulteriore ordine di ripiegamento verso Arten. L'11 infine si schiera con altri reparti a difesa del Tomatico e sulle sue pendici.
Gli attacchi nemici iniziano immediatamente e frontalmente, con tanto impeto che la vetta viene inizialmente conquistata, per venire poi riconquistata poco dopo. In seguito l'indebolimento dei fianchi spinge il battaglione a ritirarsi di alcune posizioni, arrivando il 26 a Cason Boccador, dove riceve nuovi rincalzi.
L'11 dicembre il Val Cismon è a difesa della Valle dell'Ornic, dove per i tre giorni seguenti viene martellato dall'artiglieria nemica e da alcuni aeroplani.
Il 14 si dispone sul Valderoa, dove subisce un bombardamento continuo da parte dell'artgilieria. Infine gli austriaci attaccano numerosi, ma non riescono a passare grazie alla resistenza disperata dei reparti italiani.
Il 22 finalmente il reparto scende a Paterno D'Asolo per riposare e per ricevere nuovi rincalzi. Dal 27 gennaio al 14 febbraio è di nuovo sui Solaroli, quindi nuovo turno di riposo, per poi riprendere il caposaldo con una nuova compagnia mitragliatrici la 1635°. Si lavora per la sistemazione della linea di difesa. Il 9 marzo il Val Cismon scende a Paterno per riorganizzarsi e per un turno di riposo.
Il 4 Aprile il reparto si schiera al Gazzo Verde (264°cp), sul Monte Cornale (265° e 1635° cp), allo sbarramento del Chiesurone (277°cp). Il 14 maggio è sulla linea di rincalzo di Doss Spirano, il 28 in prima linea nella regione di Doss Remit e sul monte Altissimo. Il 3 di agosto il reparto supporta un'azione per la conquista di Dosso Alto di Zures. Seguono altre minori azioni e pattuglie.
Il 14 di ottobre inizia una serie di marce notturne per arrivare, il 22, a Fietta ai piedi del Monte Grappa. Il 25 ottobre il reparto si dispone per attaccare Malga Solarolo e la selletta tra quota 1672 e quota 1676. Per due giorni il Val Cismon attacca le linee nemiche senza riuscire a passare, subendo numerose perdite. Il 27 viene respinto un contrattacco nemico. Il 30 finalmente il nemico comincia a cedere e finalmente il 31 il Val Cismon può avanzare. L'avanzata continua fino Mugnai, dove il reparto si accampa.
Dopo un lungo periodo di lavori svolti con l'80° divisione alpina, il reparto viene trasferito via ferrovia in Valle D'Isonzo, dove arriva il 2 giugno 1919.
Infine si trasferisce a Bolzano, dove il 28 agosto viene sciolto.
Per il valore dimostrato nel periodo 14 novembre-1-18 dicembre 1917  viene assegnata una medaglia di Bronzo al VM
Il Val Cismon viene ricostituito a Feltre i primi di settembre del 1939, per essere inviato alla fine del mese in Valle dell'Orco. A Ottobre è a Cuorgnè, dove rimane fino al maggio del 1940, inquadrato nel raggruppamento da Montagna Levanna. Alla dichiarazione di guerra con la Francia il reparto occupa una zona di frontiera sulla destra del Rocciamelone.
Venne poi chiamato in Valle D'Aosta, per essere dislocato sul Piccolo S.Bernardo.
Nella notte tra il 23 e il 24 giugno attacca le postazioni francesi, arrivando fino a Seez. Mentre l'avanzata continua, giunge la notizia dell'armistizio. Il Val Cismon rimase a Seez fino all'inizio di ottobre, da cui venne trasferito con diverse tappe a Feltre, per essere sciolto.
Nei primi giorni di gennaio del 1941, viene ricostituito a Feltre con le tradizionali compagnie. Dopo pochissimi giorni di inquadramento e addestramento, il 15 dello stesso mese è a Valona e si schiera alcuni giorni dopo nel settore del XXV° Corpo d'Armata sul massiccio del Trebescines, ed il 21 gennaio , con un colpo di mano si impadronisce della quota 1190 di monte Groppa che, occupato completamente il 26, deve essere completamente abbandonato. Nei giorni seguenti, nel corso di violenti combattimenti, subisce notevoli perdite. Il 23 febbraio il Val Cismon si ritrova infine nella zona di selletta quota 1591 con elementi dell'11 reggimento. Il 1° marzo 1941 unitamente al btg. alp. Bolzano e Cervino costituisce il gruppo Signorini che entra in linea sul Golico, sostituendo i reparti della Julia, ormai decimati. Il gruppo passa alle dipendenze della divisione Ferrara che ha la responsabilità del settore Golico. L'11 aprile il reparto riceve in supporto il gruppo Susa. Il 13 Aprile scatta l'offensiva finale sul tutto il fronte. Il gruppo Signorini si trova davanti a Sella Radati e attacca con il supporto del gruppo Susa, venendo poi superato dalla Julia, che poco dopo varca il confine, oltrepassando il Kalibaki. Al termine delle ostilità con la Grecia, il 27 aprile il gruppo Signorini si scioglie e il Val Cismon viene assegnato al 9° reggimento alpini della Julia e non al 7° rgt. alp. della Pusteria quale battaglione "Valle" del Feltre. Per il ciclo operativo dal 17.01 al 23.04 viene concessa la medaglia d'argento al Valore Militare.
Dal 1° maggio 1941 all'11 agosto, il Val Cismon partecipa all'occupazione dell'Epiro, dopodiché si trasferisce prima nella zona di Nauplia, fino al 12 marzo 1942, da dove inizia il suo rimpatrio.
Il 29 aprile, dopo un periodo di riposo, è a Aidussina, nel Goriziano. Il 20, inquadrato nel 9° reggimento alpini, partecipa alla cerimonia di consegna della medaglia d'oro alla bandiera.
Il 13 agosto infine inizia il trasferimento per il Caucaso. Insieme alle tradizionali compagnie, il Val Cismon schiera anche la 118° compagnia armi di supporto. Le truppe italiane vengono però dirottate sul Don, a causa della difficile situazione venutasi a creare con le ultime offensive russe. In settembre tutta la Julia era schierata sul Don. L'offensiva russa non si fa attendere che pochi mesi, durante i quali gli alpini hanno tempo di rafforzare le posizioni, rendendole addirittura confortevoli. Si susseguono attacchi, anche violenti, ma che non riescono a scalfire il dispositivo di difesa degli alpini. Alla fine il fronte cede nella zona ungherese e inizia un difficile ripiegamento verso l'interno.
La ritirata prosegue per giorni, cercando il ricongiungimento con il resto delle forze italiane e tedesche. Una parte del Val Cismon viene accerchiata tra il 20 e il 21 gennaio a Letsnitcianski, dove i pochi superstiti vengono catturati e internati nei campi russi.
Il resto del battaglione prosegue insieme ai resti degli altri reparti e della Tridentina, continuamente attaccati da truppe regolari russe, partigiani , artiglieria e aerei. Il 25 la colonna è a Nicolajewka, dove il giorno dopo si scatena una intensa e disperata battaglia per uscire dalla sacca. I superstiti di tutti i reparti incitati dal generale Reverberi, attaccano con la forza della disperazione. L'attacco riesce e dopo pochi giorni i resti della colonna si ricongiungono con le truppe italiane. Finisce così la marcia durata circa 1000 chilometri. Finalmente, dopo diverse tappe, i pochissimi superstiti del battaglione Val Cismon, varcano il confine italiano il 19 marzo 1943. I superstiti trascorrono a Laives un periodo di licenza, per poi raggiungere Feltre e Longarone. Il battaglione si scioglie per effetto dell'armistizio e molti alpini vengono avviati ai campi di concentramenti tedeschi.