Caserma De Cobelli

08.01.2013 18:03

Caserma "Augusto De Cobelli" - Brunico (BZ)

 

La Caserma è realizzata nella seconda metà degli anni ’30 ed assegnata a reparti del XV° settore di copertura della Guardia alla Frontiera (G.a.F).
Nel 1943, in seguito all’armistizio dell’8 settembre, viene occupata dalle truppe tedesche finché, nel maggio 1945, passa di nuovo all’esercito italiano.
Fino al 1946 ospita diversi battaglioni e compagnie, tra cui la divisione “Nembo”, nello stesso anno è dedicata ad “Augusto DE COBELLI”.
Negli anni seguenti è sede del: Battaglione Alpini “Edolo” (gennaio 1946/marzo 1953), 6° Reggimento Alpini (marzo 1953/settembre 1975), Battaglione Alpini “Val Brenta” (ottobre 1975/agosto 1986).Fino al 1992, la caserma di Via degli Alpini ospita la 262^ compagnia alpini d’arresto “Val Brenta”, dopodiché, solo sporadicamente alloggia altre truppe.
Nel 2000, le autorità militari consegnato l’area all’Agenzia del Demanio di Bolzano.Il 16 luglio 2009, presso il Commissariato del Governo di Bolzano, è firmato il protocollo d’intesa con la Provincia Autonoma di Bolzano.
Il protocollo, prevede che la Provincia: costruisca due nuove caserme, una per la Guardia di
Finanza e l’altra Polizia Stradale (saranno ultimate entro il 2012, l' ampio areale sul quale sorgeranno misura 1,6 ettari ed i costi per i lavori si aggirano sui 7 milioni 200 mila euro); Conferisca all’arma dei Carabinieri 200.000 euro per i lavori di risanamento, svolti nella caserma situata nell’area della ex De Cobelli, utilizzata dall’Arma; L’opera di permuta s’intenderà conclusa solo quando le caserme saranno terminate ed intestate allo Stato. Da parte sua, l’Agenzia del Demanio s’impegna a trasferire l’area della “De Cobelli” alla Provincia Autonoma di Bolzano che, a sua volta, assegnerà i 16.278 m² alla Città di Brunico.
L’area della caserma  è destinata all’edilizia agevolata.

Maggiore De Cobelli Augusto
Novara 5 giugno 1909 – Firenze 24 marzo 1945
Comandante battaglione alpini “L’Aquila”
Entra nell’ Accademia Militare di Modena e nel settembre 1932 viene destinato al 6º Reggimento alpini, prende parte alla seconda guerra mondiale, in Africa orientale. Rimpatriato, viene assegnato al battaglione “Valtellina” del V° Gruppo alpini Valle in fase di costituzione. Con il “Valtellina” partecipa nel giugno 1940 alle operazioni sul fronte occidentale. Sciolto il battaglione nel mese di ottobre, transita al battaglione “Tirano” del 5° Reggimento Alpini assumendo il comando della 48^ compagnia. Il 12 novembre 1940, parte per il fronte greco albanese. Nell’aprile 1941 conclusa la guerra contro la Grecia e con la promozione a capitano viene ammesso al 71° corso della Scuola di Guerra, ultimato il quale è assegnato in servizio di Stato Maggiore al Comando della 6^ Divisione Alpina “Alpi Graie” in corso di dislocazione a difesa del fronte a terra di La Spezia in Liguria.   Con gli eventi legato all’8 settembre 1943 passa le linee mettendosi a disposizione dell’Esercito del governo regolare. Scelto ed incaricato di costituire in Abruzzo un battaglione alpini che nasce come battaglione “Abruzzi” poi ribattezzato “L’Aquila”, con la promozione a maggiore ne assume il comando. Tra il 15 e 17 marzo 1945, inizia l'avanzata ed entra nella Val d'Idice.
Durante una ricognizione per definire il miglior schieramento da tenere, avviene uno scontro a fuoco con una pattuglia tedesca, il maggiore viene gravemente ferito in località Cà di Bazzone, muore successivamente a Firenze presso la 51^ Sezione Sanità . Le sue spoglie, riposano presso il Cimitero Comunale di Firenze-Trespiano
Motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare.
”Ufficiale di leggendario valore, già ripetutamente distintosi in precedenti campagne, sapeva creare in pochi mesi dal nulla un battaglione alpino di saldissime qualità spirituali e operative che portava al fuoco suscitando l’ammirazione dei vecchi e già provati battaglioni del reggimento e delle truppe alleate. In una ricognizione da lui diretta oltre le linee, effettuata per valutare la consistenza dell’occupazione nemica, su di una posizione la cui conquista avrebbe meglio salvaguardato l’integrità della difesa e creata la necessaria premessa per la prossima azione offensiva, cadeva eroicamente. Col suo sacrificio egli volle infondere in ciascuno dei suoi alpini la sicurezza ed il mordente che nutriva nel proprio cuore. Ci è riuscito quando il suo esempio è diventato comandamento e la leggenda a tutti gli alpini ragionanti tra loro e di continuo del loro giovane maggiore che era andato più avanti di tutti e, che era caduto primo tra tutti, insegnando con così semplice naturalezza quale fosse la via dell’onore e della gloria.”.
Valle Idice, 23 marzo 1945.
La medaglia, viene consegnata alla madre nel corso della cerimonia svoltasi il 14 settembre 1945 in piazza Vittorio Emanuele II° (ora “della Repubblica) di Firenze.