Caserma D'Incau

08.01.2013 17:03

Caserma “Solideo D’incau” - Ugovizza, Malborghetto Valbruna (UD)

Costruita nel biennio 1937-39 sull’attuale Via Pontebbana, quale sede di reparti della G.a.F. del XVII° Settore di copertura.
Nel dopoguerra è sede di reparti dei battaglioni alpini: “Gemona”,  “Val Fella”, “Val Tagliamento” e distaccamento addestrativo del “Cividale”.
Nel maggio 2010, l’intera area che occupa  11.000 metri quadri è stata ceduta dal Demanio Militare alla Regione Friuli Venezia Giulia che ha provveduto al suo contestuale trasferimento al Comune di Malborghetto.
Attualmente (2011), è utilizzata come sede della P.C. dell’A.N.A. e  magazzino  comunale.
E’ denominata: la “Tana dei Lupi” e a tal uopo è stata coniata una medaglia ricordo per tutti quelli che sono passati da tale struttura.

Caserma D'Incau nel 2011 La Caserma D'Incau nel 2011, attualmente abbandonata

Caporalmaggiore D’INCAU Solideo
Sovramonte (BL) 9 settembre 1915 - Vendrescia (fronte greco) 13 febbraio 1941.
65^ compagnia del Btg. Alp.“Feltre” - 7° Rgt. Alp.
Muratore e contadino di mestiere, si presentava nell’ottobre 1936 al 12° reggimento alpini per il servizio di leva e assegnato al battaglione “Belluno” passava nell’anno successivo al battaglione “Feltre” del 7° alpini. Collocato in congedo col grado di caporale nel 1937, veniva richiamato nel maggio 1940 ed assegnato con incarico di mitragliere alla 65^ compagnia del “Feltre”, partecipava alle operazioni militari sul fronte alpino occidentale. Promosso caporalmaggiore nel settembre, due mesi dopo, il 24 novembre 1940, partiva per l’Albania.
Le sue spoglie, riposano nel cimitero comunale di Sovramonte.

Motivazione Medaglia d’Oro al Valor Militare:
“Comandante di squadra mitraglieri a presidio di una posizione avanzata attaccata da forze soverchianti nemiche e battuta da violento fuoco di artiglieria e mortai, visto cadere il suo ufficiale, non desisteva dal falciare con la sua arma il nemico, incitando i camerati alla resistenza con la parola e con l’esempio. Dopo ripetuti assalti, valorosamente ributtati, veniva circondato dal nemico ed invitato ad arrendersi. Benché ferito alla testa, rifiutava la resa e persisteva nella lotta accanita. Sopraffatto, prima di cadere nelle mani dell’avversario, in un supremo atto di virile prontezza, smontava la sua mitragliatrice e la rendeva inservibile al nemico. Fatto prigioniero e volendo il nemico costringerlo a rimontare l’arma, preferiva la morte a tanta ignominia, cadendo colpito da colpi di baionetta vibratigli con selvaggio furore dall’avversario. Fulgido esempio di alto senso del dovere, di profondo amore di Patria, di sublime  sacrificio.”
Vendrescia (fronte greco), 13 febbraio 1941