Caserma Galliano

08.01.2013 17:11

Caserma “Giuseppe Galliano” - Mondovì Piazza (CN)

La caserma “Giuseppe Galliano”, fu costruita tra il 1870 e il 1880. Attualmente, consta di tre corpi di fabbricati principali e altri minori compresi nel punto più elevato della frazione Piazza, Belvedere della città monregalese. Una caratteristica della costruzione è la forma irregolare: il cortile è suddiviso in più parti disposte a livelli differenti. La maggiore ha una superficie di quattromila metri quadri, limitato dal muro di cinta che sovrasta l’antica Cittadella.
La Cittadella posta sulla collina di Piazza è stata costruita tra il 1573 e il 1576, sorge sulle ceneri di una Cattedrale, edificata a sua volta su di una chiesa Medioevale. Il duca di Savoia, Emanuele Filiberto, considerava uno dei due rilievi dell’altura di Mondovì, essenziale per la difesa dei suoi stati , pertanto, deliberò che si abbattesse la Cattedrale rinascimentale e, che sulle sue ceneri, sorgesse un luogo fortificato, la cosiddetta “Cittadella”.
Negli anni, fu sede di reparti sabaudi, napoleonici e degli antesignani della guardia di finanza. Bisogna arrivare a novembre del 1874, per trovare traccia del primo reparto Alpino a Mondovì   che, non fu ospitato nella Cittadella, ma acquartierato nel vecchio collegio dei Gesuiti (oggi, Palazzo del Tribunale); solo dopo la costruzione della “Galliano”, gli Alpini furono sistemati nella Cittadella.
Fu sede del comando 1° Rgt. Alpini, del Btg “Mondovì” e comando deposito del 1°, nel tempo vi transitarono altri reparti del 1°, ma sempre per brevi periodi. Da qui, gli Alpini partirono, nel 1896 per l’Eritrea, nel 1911 per la Libia, nel 1915 e negli anni seguenti per il Fronte Orientale, per l’Ortigara, nel 1935 nuovamente per l’Africa Orientale, nel 1940 per il Fronte Occidentale e poi, a seguire, l’Albania e la Russia.
Nel periodo 1943-45, fu sede di truppe della RSI e Wehrmacht che, l’utilizzarono anche come prigione. Dal 1953 fu di nuovo sede del ricostituito “Mondovì” fino al trasferimento dello stesso avvenuto nel 1962. Nell’ottobre 1972  la Guardia di Finanza rilevò la caserma, per adibirla, nel 1973 a sede degli Allievi Finanzieri del III° battaglione, soppresso nel 1999. Attualmente, pur rimanendo di proprietà dello Stato, è concessa in comodato d’uso, oneroso, al Comune che la usa per finalità ludico-ricreative. Inoltre, è sede del Museo dedicato al 1° Reggimento Alpini.

Tenente Colonnello Giuseppe Galliano
Vicoforte, 27 settembre 1846 – Adua, 1° marzo 1896
Entrato nel Collegio Militare di Asti il 24 ottobre 1854, nel 1864 passò alla Scuola Militare, dalla quale due anni dopo era dimesso col grado di sottotenente di fanteria, e assegnato al 24° reggimento “Como” col quale partecipò alla guerra contro l'Austria del 1866. Nel 1870 fu promosso luogotenente e nel 1873 ottenne di essere trasferito nel nuovissimo corpo degli Alpini: rimase nella 22^ cp fino al 19 luglio 1883 quando, con la promozione a capitano, fu destinato a 58° reggimento fanteria “Abruzzi”. Nel 1884 passò all'82° reggimento fanteria “Torino” e il 6 novembre 1887 partì per l'Eritrea col Corpo di Spedizione comandato dal generale Asinari di San Marzano, con l'intento di vendicare l'eccidio di Dogali, ma, essendosi gli abissini «dileguati qual nebbia al sole» dinanzi alle imponenti forze italiane, il Corpo, nella primavera dell'anno dopo, fu sciolto e rimpatriato. Il 10 marzo1888 faceva ritorno al suo 82° reggimento fanteria “Torino” per rimanervi soltanto due anni, in quanto nel 1890, ottenne di essere nuovamente inviato in Eritrea. Comandante del 3° btg Indigeni meritò una prima medaglia d’Oro ad Agordat nel 1893. Combattè a Coatti (meritando una medaglia d’Argento al VM) , Makallé (promosso Ten.Col. per meriti di guerra) ed Adua. Quivi cadde gloriosamente alla testa dei suoi ascari meritando la seconda medaglia d’Oro. Il suo corpo non venne ritrovato. Il 3° btg Indigeni  fu intitolato alla sua memoria.

Motivazione medaglia d'Oro al Valor Militare:
"Diresse con energia, coraggio e slancio l’attacco delle quattro compagnie che erano ai suoi ordini: respinto, le ordinò sollecitamente, le ricondusse all’attacco mettendo in fuga il nemico e riprendendogli quattro pezzi d’artiglieria".
Agordat, Eritrea, 21 dicembre 1893