Caserma Magnolini

08.01.2013 17:08

Caserma “Leonida Magnolini” - Bogliaco di Gargnano (BS)

Costruita nel 1913 dal comune di Gargnano, su richiesta del Ministero della guerra, come presidio militare sull’Alto Garda, allora terra di confine con l’Impero austro-ungarico. Durante la I^ G.M. fu centro di reclutamento dei paesi dell’Alto Garda e della Valle Sabbia e di smistamento delle truppe lungo le linee difensive dell’entroterra.In seguito, venne utilizzata come distaccamento del 5° Alpini fin sul finire degli anni ’20 quando, il presidio militare fu soppresso e, la caserma a lungo inutilizzata. Con la II^ G.M. riprese la sua funzione di deposito (reparto che faceva le stesse funzioni dei più recenti C.A.R.) per i reparti del 6° Alpini; il 1° aprile 1943 fu posta nell’atrio dell’ingresso una lapide con la seguente iscrizione: «In questo nido gli aquilotti del Vestone ,Val Chiese, Verona,misero le penne e spiccarono il volo verso le desolate steppe del Don, dove ben usarono il rostro e gli artigli». 
Nel periodo della Repubblica di Salò venne destinata a sede della 44^ Centuria Nazionale Forestale e della guardia personale di Benito Mussolini, che risiedeva a Gargnano, nella Villa Feltrinelli. Nel secondo dopoguerra la caserma fu dedicata a “Leonida MAGNOLINI. Negli anni Sessanta la proprietà dell’immobile passò al Ministero dell’Interno, che l’adibì a ricovero di profughi e di sfollati dalla Tunisia; nel cortile furono costruite sei baracche di legno, usate per una decina d’anni. Successivamente fu sede di un consultorio pediatrico e, dal 1985, della Comunità Montana Alto Garda bresciano. Oggi i locali della ex caserma accolgono: un’ associazione di volontariato, il magazzino comunale e una cooperativa agricola.

Sottotenente MAGNOLINI Leonida
Edolo (Bs) 15 luglio 1913 - Nikitowka 26 gennaio 1943.
R.M.V. del gruppo “Bergamo” 2° Rgt.Art.Alp.
Trasferitosi con la famiglia in giovane età a Lovere (BG); nel 1934 si diploma perito industriale presso l’Istituto Tecnico Industriale “Rossi ” di Vicenza; Allievo ufficiale di Artiglieria Alpina a Brà, nel novembre 1935 presta servizio di prima nomina, come aspirante, nel 2° reggimento artiglieria alpina di Merano, per poi passare nel 3° reggimento a Gorizia; dopo il congedo lavora nelle Società Ansaldo e Dalmine; richiamato con il grado di sottotenente per la campagna sul fronte occidentale nel 2° reggimento artiglieria alpina, gruppo “Val Camonica”; trasferito nel 1942 al gruppo “Bergamo” dello stesso reggimento, come comandante di una sezione del reparto munizioni e viveri, partecipa alla campagna di Russia e durante la tragica ritirata mentre stava organizzando la difesa per l’improvviso attacco nemico veniva colpito a morte.

Motivazione della medaglia d’Oro al Valor Militare:
“Comandante di una Sezione munizioni e viveri di un Reparto M.V. durante un ciclo di sanguinosi combattimenti e di estenuanti marce, sosteneva, guidava, animava i suoi uomini sacrificandosi in ogni momento per essere a tutti esempio di coraggio, costanza, altissimo senso del dovere. In un combattimento notturno di tragica asprezza, circondato il reparto da soverchianti forze nemiche, con eccezionale prontezza e capacità riusciva ad organizzare la difesa. Sempre primo ove maggiore era il pericolo, riusciva per molte ore a sostenere l’urto nemico galvanizzando i suoi uomini con l’esempio di un raro coraggio e di un sovrumano sprezzo del pericolo. Delineatosi un pericoloso cedimento nella difesa, raccoglieva i pochi uomini ancora validi ed alla loro testa si slanciava in un disperato contrattacco. Mortalmente ferito rifiutava l’aiuto di chi voleva allontanarlo dal combattimento e, immobilizzato sulla neve nella gelida notte, continuava fino all’estremo respiro ad incitare i suoi valorosi soldati all’ultima resistenza”.
Opyt-Nikitowka, Fronte russo, 19 - 26 gennaio 1943