Caserma Zanardelli

08.01.2013 17:44
 

Caserma "Giuseppe Zanardelli" - Danfo (BS)

La Rocca d’Anfo è un complesso militare fortificato eretto nel 1450 dalla Repubblica di Venezia e posto a guardia del vicino confine di Stato con il Principato Vescovile di Trento. Edificata sul pendio, quindi a gradoni, del Monte Censo su una superficie di 50 ettari, la Rocca fu occupata e rimaneggiata più volte da eserciti di vari Stati, ed in modo particolare dagli ingegneri di Napoleone e da quelli italiani. Perse il suo valore strategico nel 1918, quando il Trentino passò definitivamente al Regno d'Italia. Adibita dall’Esercito Italiano a caserma per l'addestramento dei militari, la Rocca fu anche luogo di detenzione e polveriera, è stata dismessa nel 1975.

VICENDE STORICHE :
Nel 1512 i condottieri Valerio Paitone e Vincenzo Ronchi riconquistano per Venezia la Rocca d'Anfo. Nel 1516 la Rocca subisce l'assedio delle truppe imperiali del Sacro Romano Impero Germanico.Nel novembre del 1526 sbarra il passo ai lanzichenecchi di Georg von Frundsberg diretti al sacco di Roma. Il 19 luglio 1796 il 27° reggimento di fanteria leggera dell' esercito napoleonico al comando del colonnello Joseph Marie Dessaix occupa la Rocca e poi prosegue per Storo. Nel maggio del 1848 il generale Giacomo Durando, comandante del Corpo Volontari delle Alpi, pose il Quartier Generale nella Rocca e combatte contro un contingente austriaco respingendolo. Tra il 1813 e il 1814 è assediata invano per sei mesi dall' esercito austriaco. L' 8 agosto 1848, con l'armistizio di Salasco che pone fine alla prima guerra di indipendenza, la Rocca viene sgomberata dalle truppe piemontesi e consegnata agli austriaci. Nel giugno 1859 i Cacciatori delle Alpi al comando del generale Enrico Cialdini conquistano la parte inferiore della Rocca mentre quella superiore resta in mano agli austriaci che vi si sono asseragliati. Il 29 gennaio 1860, a seguito del trattato di pace con l'Austria, la Rocca è consegnata alle autorità militari piemontesi. Nel 1866 durante la terza guerra di indipendenza il presidio della Rocca, comandato dal maggiore Abrile, è composto da: due compagnie del 29° reggimento fanteria della brigata “Pisa” (160 uomini), una batteria dell’artiglieria da piazza, una compagnia di zappatori del genio e un plotone di pontieri. La Rocca funge da base d'attacco dei garibaldini in Trentino e da ospedale militare per i feriti nelle varie battaglie sostenute dal Corpo Volontari Italiani. Giuseppe Garibaldi vi pone il suo Quartier Generale e il 3 luglio, dopo la battaglia di Monte Suello, nella quale è ferito alla coscia, riceve le prime cure mediche da parte dei sanitari militari. 

Le prime notizie riguardanti la presenza di reparti alpini nella Rocca, risalgono al 1875, quando la 21^ compagnia del VI° battaglione alpini di Verona (Distretto di Brescia e Vicenza), ha la propria sede per le esercitazioni estive. Nel 1878 nella Rocca prende sede la 28^ compagnia del VIII° battaglione alpini, di stanza a Desenzano. Dal 1881 è sede per escursioni estive di compagnie alpine di stanza a Breno che si dirigevano verso il Lago d'Idro. Dal 1882 alla Rocca risiede la 54^  compagnia del battaglione alpini “Valcamonica”. Con il riordino dei reparti alpini, nel 1887 vi è formato il battaglione alpini “Rocca d’Anfo”, con le compagnie 53^, 54^ e 55^. Il 13 gennaio 1889 il battaglione “Rocca d'Anfo” assume la denominazione di battaglione “Vestone” che nel 1890 è trasferito nella caserma "Giovanni Chiassi” di Vestone. Verso il 1915, in vista dell'imminente guerra contro l'Austria, la difesa del forte è rinforzata con due batterie dell'artiglieria di fortezza. Con lo spostamento del fronte a nord, non vi dimora più nessun reparto alpino. Le batterie, non hanno nessun impiego nella Grande Guerra (nel maggio 1915, sono sparate solo un paio di cannonate verso le linee avanzate austriache) ed il complesso è adibito a polveriera per l’esercito spintosi più a nord. Il 13 giugno 1917 un incendio fà esplodere alcune baracche contenenti munizioni.  Un altro incendio del 12 agosto 1924 causa la distruzione della Rocca. Durante la II^ guerra mondiale ridiviene presidio militare e in seguito, di nuovo deposito di munizioni. Il 26 aprile 1945, i tedeschi in ritirata fanno esplodere le munizioni contenute nella batteria Statuto. La Rocca utilizzata come deposito munizioni fino 1975 viene dismessa, resta vincolata al Ministero della Difesa fino al 1992, per passare all'Agenzia del Demanio dello Stato. Nel maggio del 2005 una convenzione stipulata fra l’Agenzia del Demanio, l’Amministrazione Comunale di Anfo e la Comunità Montana di Valle Sabbia,  permette al comune di Anfo di gestire e ristrutturare i 500 mila metri quadrati di patrimonio storico collocati sulle pendici e all'interno del Monte Censo, e di adibire il tutto a percorso turistico organizzato e museale.

Giuseppe ZANARDELLI nato a Brescia il 26 ottobre 1826,morto Maderno (BS) 26 dicembre 1903.
Studente di giurisprudenza dell'Università di Pavia nel 1848 si arruola volontario e prende parte alla campagna del Trentino. Si rifugia in Toscana dopo l'armistizio Salasco ma alla conclusione della prima guerra d'indipendenza torna a Brescia, dove subisce diverse molestie a causa delle sue idee ma non cessa d'intrattenere rapporti con i liberali lombardi e piemontesi. Collabora assiduamente al giornale Il Crepuscolo scrivendo prevalentemente saggi di economia politica. Nel 1859 è uno degli organizzatori dell'insurrezione bresciana contro gli austriaci: suo è il proclama ai concittadini e tocca a lui l'onore di accogliere Garibaldi. Nella VII legislatura, con l'annessione della Lombardia al Piemonte, è eletto deputato al Parlamento ove sarà presente ininterrottamente sino alla morte. Acquista subito credito e si distingue, tra le file dei democratico, per i suoi interventi contro i governi della Destra. Nel marzo 1876 entra nel primo gabinetto Depretis come ministro dei Lavori Pubblici, ma si dimette nel novembre del 1877 non volendo firmare la legge sulle convenzioni ferroviarie, convinto che questa non tuteli sufficientemente l'interesse pubblico.
Nel primo gabinetto Cairoli (marzo 1878) è chiamato a reggere l'Interno ed in dicembre, a seguito dell'attentato Passanante, è travolto dalla crisi che ne scaturisce e che trae origine essenzialmente dal giudizio che l'opposizione dà alla sua azione politica, riprende con successo l'attività forense nella città natale e pubblica il volume su L'avvocatura.
Dal maggio 1881 al maggio 1883 è ministro di Grazia e Giustizia con Depretis, incarico che lascia volontariamente perché è contrario alla politica del trasformismo. Torna ad essere responsabile della Giustizia per quasi quattro anni: dall'aprile 1887 al febbraio 1891 (prima con Depretis e poi con Crispi) varando una serie d'importanti provvedimenti: il nuovo Codice Penale ed il nuovo Codice di Commercio, la Cassazione Unica Penale e la normativa sul lavoro femminile e minorile. Dal 24 novembre 1892 al 22 febbraio 1894 è presidente della Camera, è rieletto il 6 aprile 1897 e resta in carica sino al 26 gennaio 1898 (ma dal dicembre 1897 al maggio 1898 è ancora ministro della Giustizia nel gabinetto Di Rudinì). E' per la terza ed ultima volta alla presidenza del Parlamento dal 17 novembre 1898 al 30 maggio 1899. Dal febbraio 1901 è presidente del Consiglio e dal giugno 1903 deve reggere anche l'interim degli Interni; anziano e stanco si dimette nell'ottobre del 1903 e muore nel dicembre dello stesso anno