Caserma Zucchi

08.01.2013 17:27
 

Caserma "Paolino Zucchi" - Chiusaforte (UD)

La Caserma che si estende su un’area di circa sette ettari, sulla destra orografica del fiume Fella, è inaugurata, nel settembre 1963 (*), per ospitare gli alpini del battaglione “Cividale” ed una compagnia del “Val Fella” (sciolto nel 1976).  Il terremoto che colpì il Friuli il 6 maggio del  1976, la rese parzialmente inagibile, infatti, solo nel 1979  il “Cividale” tornò al completo nella “Zucchi”. Dal 9 ottobre 1992  è sede del comando 15° reggimento alpini in cui è inquadrato il “Cividale”, è definitivamente chiusa il 15 novembre 1995 con lo scioglimento dell’ultima compagnia.
La chiusura causa un crollo per l’economia locale con la drastica riduzione fino alla definitiva chiusura della maggior parte dei locali pubblici  presenti.
Dopo la chiusura, è stata utilizzata per ospitare nella sala mensa gli sfollati dell’alluvione del 1996 che ha interessato le zone di Chiusaforte e Dogna.
Attualmente, 2011, è ancora di proprietà comunale.
La “Zucchi” successivamente agli eventi sismici del 1976 era composta da circa trenta corpi di fabbrica caratterizzati da destinazioni diverse e complementari tra loro:
- palazzine adibite ad alloggiamento del comando e della truppa con sale convegno, lettura, televisione, scrittura, aule didattiche, sala operativa;
- palazzine destinate a camerata con una capacità logistica di oltre 1.600 posti letto;
- infermeria ed alloggi per gli ufficiali;
- cucine con una potenzialità  di fornire 1.200 pasti e refettorio con una capacità ricettiva di 800 posti;
- sala adibita a cinema-teatro con capacità di 400 posti;
- capannoni e tettoie per il ricovero di automezzi dalla capacità complessivadi 140 posti;
- magazzini vari, officine, riservette,  etc....

In seguiti all’acquisizione, il comune, ha intenzione di ristrutturare e trasformare (in parte gia attuato) il tutto in:
- capannoni per attività artigianali
- stazione di servizio ed autofficina;
- snack bar - ristorante:
- albergo;
- camere in residence;
- sala cinema, teatro per convegni manifestazioni ed altro... ..;
- centro salute e benessere con annessi campi da tennis e campo di calcio;
- infrastrutture( parcheggi, infermeria. . . .....)

(*) La Caserma è inaugurata ufficialmente il 24 maggio 1965, alla presenza di: reparti che compongono l’ 8° Alpini, di reduci, associazioni d'arma , civili ed i familiari della Medaglia d'Oro Zucchi, benedice l'Ordinario Militare Monsignor Luigi Maffeo.

Sergente maggiore cpl. ZUCCHI Paolino
Collalto di Tarcento (UD) 10 aprile 1915- Nowo Kalitwa-Russia 4 gennaio 1943. 
76^ compagnia del battaglione“Cividale” -  8° reggimento - Divisione alpina “Julia.  
Licenziato dalla scuola di avviamento, si dedicò all’azienda agricola paterna pur continuando a studiare privatamente per conseguire il diploma di geometra. Arruolato nel 1936 nell’8° reggimento alpini ed inviato alla Scuola Centrale Militare di Alpinismo ad Aosta. Fu promosso sergente nell’aprile 1937 e congedato. Richiamato il 30 agosto 1939 ed assegnato al battaglione “Val Natisone”, nel novembre 1940 partiva per l’Albania. Partecipò alla campagna di Grecia e, rimpatriato per grave malattia polmonare, rientrò al reggimento il 19 luglio 1942. Col battaglione “Cividale”, inquadrato nella 76^ compagnia fucilieri,  partiva pochi giorni dopo per la Russia.Le sue spoglie, riposano nel Tempio Sacrario di Cargnacco (UD) 

Motivazione Medaglia d’Oro al Valor Militare:
“Comandante di squadra fucilieri e vicecomandante di plotone, dotato di rare doti d'ardimento, trascinatore per eccellenza, già distintosi nella campagna d'Albania, ferito e decorato al V.M.( M.B. a Sella Policanit, Fronte greco-albanese, novembre 1940) s'offriva più volte volontario per colpi di mano nelle linee nemiche. Durante l'attacco ad una munita posizione, da più giorni teatro di lotte sanguinose, rivendicava l'onore di assaltare la postazione dominante la quota,cardine della difesa nemica. Incitava i suoi alpini col motto del battaglione, affrontava con impeto travolgente la forte difesa e, trovando nella sua volontà di vittoria ascose energie, superava di corsa l'erto pendio ed il ciglio conteso.Primo fra i primi lanciava le sue bombe a mano contro i difensori che, sgomenti, si davano alla fuga.Incurante del rischio a cui si esponeva, per l'intera giornata, ritto in piedi sulla posizione, impartiva ordini alla squadra impegnata a respingere continui contrattacchi nemici, e personalmente scaricava con calma il suo moschetto sugli attaccanti, determinando con il suo esempio la fermezza dei dipendenti.Individuato e fatto segno al tiro di un pezzo anticarro, cercava a sua volta di precisare la postazione e rimaneva ritto al suo posto, finchè colpito in pieno, immolava la sua giovinezza tutta spesa al servizio della Patria in armi. Magnifica figura di combattente che trovava nell'ardore della lotta vera ragione di vita”.
(Quota Cividale di Nowo Kalitwa, fronte russo, 4 gennaio 1943)