Castello "Antonio Cantore "

08.01.2013 17:01

Castello "Antonio Cantore" - Aosta

Oggi, soltanto il pennone del tricolore che gareggia in altezza con la silhouette delle torri, rivela che nel castello, dedicato al generale alpino” Antonio Cantore”, vi è un comando militare: lì sono nati i battaglioni "Duca degli Abruzzi", "Monte Cervino", "Monte Rosa", la "Compagnia Arditi Alpieri" ed il "Reparto Autonomo Monte Bianco", che le vicende della seconda guerra mondiale hanno consegnato alla storia. Il castello, edificato in stile eclettico, in posizione panoramica dominante la città, immerso in un vasto e rigoglioso parco, si articola in numerose sale di rappresentanza o adibite a ufficio, biblioteca, esposizione di sculture e trofei che illustrano l’intensa attività del Centro nel corso degli anni. Comprende anche una cappella ed un piccolo museo nel padiglione “Giovanni Fincato”. Ha visto riconosciuto il suo prestigio anche da numerose personalità del mondo politico, religioso italiane e straniere, che vi si sono recate in visita. Tra i tanti: nel 1938 il capo del governo, Benito Mussolini, che siglò la sua visita con un lapidario: " Per gli alpini d'Italia non esiste la parola impossibile"; l'anno successivo fu la volta di Hiro Hito, imperatore del Giappone; dal vicino castello di Sarre giungevano, frequenti ospiti, Umberto di Savoia e la principessa Maria Josè. Seguiranno nel dopoguerra quattro presidenti della Repubblica: Leone, Saragat, Cossiga e Ciampi. Ed infine, papa Giovanni Paolo II°, che nella cappella del castello dedicata alla Madonna pregò per tutti i caduti della montagna e vi lasciò a suo ricordo un artistico Crocifisso.
Sovrastato dalle imponenti piramidi dell'Emilius e della Becca di Nona, il castello residenziale Jocteau era stato eretto nel 1907 sulla collina di Beauregard,a nord-est della città di Aosta dal barone Carlo Alberto Jocteau, erede di un antica famiglia savoiarda, originaria di Grenoble, postasi al servizio del Regno di Sardegna in epoca risorgimentale. Il progetto del castello era firmato dell'architetto Carlo Ceppi ed i lavori assegnati alla ditta Bianchi di Aosta, sotto la direzione dell'ingegner Ottavio Invrea di Torino. Quando il 22 dicembre 1933 Vittorio Emanuele III° firmò a Napoli il decreto istitutivo della “Scuola Centrale Militare di Alpinismo”, inaugurata ad Aosta il 9 gennaio 1934, il comando era sistemato in un locale di fortuna in città. Gli ufficiali,sottufficiali e alpini con "precedenti di mestiere",affluiti ad Aosta,erano sistemati nelle caserme "Ernesto Umberto Testa Fochi" e " Giuseppe Mottino". L'edificio, messo in vendita dalla baronessa Candida Jocteau Bombrini nel 1934, fu acquistato, per un milione di lire dal demanio e adibito a sede del comando del nuovo Istituto. Nel 1936, Il castello fu dedicato a “Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi”, grande esploratore ed alpinista. L'idea di creare un "rocciodromo" a portata di mano era nata insieme alla Scuola, quando i primi arrampicatori si facevano le ossa sulla parete di Sarre, insieme alle nappine rosse dell’"Aosta". Con la nuova sede sulla collina di Beauregard si potè disporre del dosso roccioso retrostante il Castello: si fecero accurati esami, furono abbozzati schizzi e allestimenti progettati per la struttura che permettesse "l'impiego di tutti i mezzi che la tecnica del moderno arrampicamento applica per il superamento delle massime difficoltà". L'iniziativa ebbe l'assenso "senza remore di spesa", dallo stesso Mussolini. Il tenente Giuseppe Inaudi, valente alpinista, potè così dedicarsi, dopo il lavoro cartografico, all'alpinismo in scala reale: su disegno di Toni Ortelli, tecnico della società "Cogne", il dosso granitico fu squarciato a colpi di mina e picconi. Nacque così, nel cortile di una casa, una palestra di arrampicata con tutti i gradi di difficoltà e ogni tipo di via: spigolo, camino, tetto, cengia, fessure, appigli a rovescio. Il problema della salita su ghiaccio fu risolto con tavole di larice a inclinazione diverse, destinate per generazioni ed essere punzecchiate da ramponi e piccozze. Come corollario alla struttura rocciosa, furono messi in lavorazione, bozzetti dei legno esplicativi della tecnica alpinistica, affinchè gli allievi, toccando con mano anche "a tavolino", potessero esaminare a fondo e in tutti i suoi aspetti le difficoltà del terreno d'operazione. La serie, una cinquantina di pezzi, alcuni dei quali si trovano nelle sedi di Courmayeur e La Thuile, danneggiata a seguito degli eventi bellici, fu restaurata dallo scultore della Val Gardena, Mario Stuffer. Dopo l' 8 settembre 1943, il castello subì la triste sorte del saccheggio. Venne salvata la Bandiera d’istituto, ma si compì la spoliazione della Scuola, vennero asportati i materiali più preziosi: scomparvero i mobili di valore, i volumi più pregiati della biblioteca e l'attrezzatura sportiva. L'edificio rimase intatto nella sua struttura, ma fino alla conclusione delle ostilità dovette subire la trafila degli occupanti, che trasformarono i saloni e le rotonde delle torri in bivacchi, mentre i locali sotterranei vennero adibiti a prigione militare. Dopo il 25 aprile del 1945, l'edificio fu occupato da un reparto alpino del Corpo di Liberazione, che riuscì a recuperare parte del materiale trafugato. Il 22 agosto 1948, con la consegna della Bandiera, nasceva ufficialmente, la nuova ”Scuola Militare Alpina”. Si ricostituiva nel castello di Beauregard, dedicato ad "Antonio Cantore", il comando della Scuola alle dipendenza dell'Ispettorato di Fanteria e Cavalleria e riprendeva gradualmente le tradizionali attività in campo sci-alpinistico.