HABEMUS PAPAM

14.03.2013 16:27

 

Papa Francesco, in latino Franciscus, nato Jorge Mario Bergoglio (IPA: [ˈxorxe ˈmaɾjo βerˈɣoɣljo]; Buenos Aires, 17 dicembre 1936), è dal 13 marzo 2013[1] il 266º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, 8º sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d'Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice. Di nazionalità argentina e appartenente alla Compagnia di Gesù, è il primo pontefice di questo istituto religioso eletto al soglio di Pietro, nonché nonché il primo proveniente dal continente americano[2].

Indice

Biografia

Bergoglio nel 2008 durante la messa per la commemorazione della mediazione papale di Giovanni Paolo II nel Conflitto del Beagle avvenuta nel 1979.

Nato in una famiglia di origini italiane, specificamente piemontesi (il bisnonno Giovanni Angelo era nato in località Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti non lontana da Portacomaro[3]), è uno dei cinque figli[4] di Mario Jose, funzionario delle ferrovie, e di Regina Maria Sivori, una casalinga con sangue piemontese e genovese.

All'età di 21 anni a causa di una grave polmonite gli fu asportata la parte superiore del polmone destro. A quell'epoca, infatti, malattie polmonari come infezioni fungine o polmoniti erano curate chirurgicamente per la scarsità di antibiotici. Per questo fatto i vaticanisti lo esclusero dalla lista dei papabili durante il conclave della sua elezione, nella convinzione che il successore di Ratzinger dovesse essere giovane ed energico[5].

Laureato in chimica all'Università di Buenos Aires,[6] ha lavorato per qualche anno come buttafuori in un locale da ballo ed ha avuto anche una fidanzata, prima di intraprendere la vita ecclesiastica, in base a quanto dichiarato dallo stesso.

Decide poi di entrare nel seminario di Villa Devoto e l'11 marzo 1958 comincia il suo noviziato nella Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires in seguito, per laurearsi in filosofia nel 1960.[6] Dal 1964 insegna per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires.[7]

Riceve l'ordinazione presbiterale il 13 dicembre 1969[6] per l'imposizione delle mani dell'arcivescovo di Córdoba Ramón José Castellano.

Dopo altre esperienze di insegnamento e la nomina a superiore provinciale dell'Argentina (dal 31 luglio 1973 al 1979[7]) è rettore della Facoltà di teologia e filosofia a San Miguel. Nel 1979 partecipa al vertice della Celam (Consiglio Episcopale Latinoamericano) a Puebla ed è fra coloro che si oppongono decisamente alla teologia della liberazione, sostenendo la necessità che il continente latino-americano faccia i conti con la propria tradizione culturale e religiosa. Nel 1986 si reca in Germania per il completamento del dottorato. Ritornato in patria diventa direttore spirituale e confessore della chiesa della Compagnia di Gesù di Córdoba.

Ministero episcopale

Il 20 maggio 1992 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Buenos Aires[6], titolare di Auca. Riceve la consacrazione episcopale il 27 giugno 1992 per l'imposizione delle mani del cardinale Antonio Quarracino, arcivescovo di Buenos Aires, assistito dal vescovo Emilio Ogñénovich e dall'arcivescovo Ubaldo Calabresi.

Il 3 giugno 1997 è nominato arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Succede alla medesima sede il 28 febbraio 1998,[6] a seguito della morte del cardinale Antonio Quarracino. Diventa così primate d'Argentina. Dal 6 novembre dello stesso anno è anche ordinario per i fedeli di rito orientale in Argentina.

Stemma cardinalizio

Il 21 febbraio 2001 Giovanni Paolo II, tenendo un concistoro ordinario pubblico per la creazione di quarantadue nuovi cardinali e la pubblicazione dei due cardinali riservati in pectore nel concistoro del 21 febbraio 1998, lo crea cardinale del titolo di San Roberto Bellarmino.

La presidente dell'Argentina Cristina Kirchner riceve l'arcivescovo Jorge Mario Bergoglio alla Casa Rosada nel 2007.

Dal 2005 al 2011 è a capo della Conferenza Episcopale Argentina.[6]

È inoltre consigliere della Pontificia Commissione per l'America Latina, gran cancelliere dell'Università Cattolica Argentina, presidente della commissione episcopale per la Pontificia Università Cattolica Argentina, membro della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, membro della Congregazione per il Clero, membro della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, membro del comitato di presidenza del Pontificio Consiglio per la Famiglia e membro del consiglio post sinodale.

Il conclave del 2005

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Conclave del 2005.

È considerato uno dei candidati più in vista per l'elezione a pontefice nel conclave del 2005[8]; secondo la ricostruzione del conclave raccolta dal vaticanista Lucio Brunelli sulla base del diario di un cardinale elettore, Bergoglio fu il cardinale più votato dopo Ratzinger[9]. Pur se tradizionalmente il presule aveva sempre rifiutato incarichi di un certo peso nella curia romana, anche i cardinali che votarono per Carlo Maria Martini puntavano sul porporato argentino, che poteva contare sui voti di quasi tutti i cardinali provenienti dall'America latina[9].

Al secondo scrutinio i voti per Ratzinger aumentano rispetto al primo, ma anche Bergoglio ottiene un numero di preferenze non trascurabile: i sostenitori di Bergoglio miravano a fargli ottenere 40 voti[10][9]. Al terzo scrutinio a Ratzinger mancano pochissimi voti per essere eletto[9]: diversi cardinali del blocco di Bergoglio, allo scrutinio successivo, si arrendono e danno a Ratzinger i voti che gli mancavano per l'elezione.[8]

Elezione a sommo pontefice

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Fratelli e sorelle, buonasera! (info file)
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Le prime parole pronunciate in pubblico dal neo papa Francesco.
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Conclave del 2013.

La sera del 13 marzo 2013, al quinto scrutinio, è eletto papa assumendo il nome di Francesco[11] in onore di san Francesco d'Assisi[12]. È il primo papa ad assumere tale nome, il primo gesuita a diventare papa ed il primo pontefice proveniente dal continente americano[13] (e dall'emisfero australe).

« Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui. Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca. »
(Il primo messaggio pubblico di papa Francesco[1])

Nel suo primo discorso nelle vesti di vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, dopo aver salutato affettuosamente la folla con un cordiale e semplice "buonasera", chiede di pregare per il vescovo emerito, Benedetto XVI, recitando insieme a tutti i fedeli la preghiera del Padre Nostro, dell'Ave Maria e del Gloria al Padre. In seguito ricorda lo stretto legame tra il papa e la Chiesa di Roma «che presiede nella carità tutte le Chiese» con un riferimento implicito alle parole introduttive della lettera ai Romani di Ignazio di Antiochia.[14] Ha poi chiesto ai fedeli di pregare anche per lui[13], sottolineando questo momento chinando il capo e rimanendo in silenzio per qualche istante; impartisce poi la benedizione Urbi et Orbi[15]. Dopodiché, prima di congedarsi, ha nuovamente salutato i fedeli in piazza San Pietro, ringraziandoli per la loro accoglienza.

Ha impartito la benedizione senza l'abito corale preparato nella sacrestia della cappella Sistina dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie Guido Marini e previsto per l'occasione. Solo al momento della benedizione il nuovo pontefice ha indossato la stola, che poi ha subito tolto.[16]

Controversie

È stato più volte oggetto di dibattito il rapporto tra Bergoglio e i vertici del regime dittatoriale che governò l'Argentina dal 1976 al 1983. Nel 2005 fu accusato da un avvocato per i diritti umani di complicità in relazione al rapimento di due sacerdoti gesuiti ostili al regime, Orlando Yorio e Francisco Jalics[17][18][19]. L'episodio, avvenuto nel 1976, quando Bergoglio era Provinciale dei Gesuiti argentini, è approfondito anche nel libro del giornalista Horacio Verbitsky L'isola del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina, pubblicato nel 2005[20]. Tuttavia su questa vicenda, e in generale sulle relazioni tra la Chiesa Cattolica e il regime argentino, vi sono anche opinioni e ricostruzioni diverse, secondo le quali il futuro papa si sarebbe adoperato per salvare religiosi e laici, senza essere l'ispiratore del sequestro di Yorio e Jalics[21].

Dopo che l'accusa fu respinta[18], il prelato è stato chiamato a testimoniare su questo rapimento dal tribunale di Buenos Aires durante il processo ESMA nel 2010; nella sua deposizione ha affermato di aver segretamente incontrato Emilio Massera e Jorge Videla con l'obiettivo di ottenere la liberazione dei due religiosi[18][22].

Nel 2011 Bergoglio è stato chiamato a testimoniare anche in relazione al caso del cosiddetto Robo de Bebés, la sottrazione di neonati avvenuta durante la dittatura[18][23].